Candeggina di prova: Dark Souls

    Candeggina di prova: Dark SoulsAnche quando ti avvicini ai trent'anni e non ti prendi necessariamente il tempo per raderti ogni mattina, è difficile sfuggire all'ondata di Bleach, una licenza redditizia come Naruto e One Piece. Un vero e proprio fenomeno della società in Giappone quindi, che non avranno impiegato secoli prima di tornare negli Stati Uniti e in Europa. Per il neofita informato (cercate la contraddizione), Bleach: Dark Souls si riferisce indiscutibilmente a due prestigiosi marchi di combattimento 2D: Yu Yu Hakusho e Guilty Gear. La resa grafica del picchiaduro di Treasure si riferisce direttamente al lavoro di Arc System Works, mentre la sua gestione consentirà a chi ha incontrato Yusuke Urameshi su Megadrive di orientarsi rapidamente. Treasure quindi sa di cosa sta parlando, dal momento che era già all'origine di Yu Yu Hakusho su SEGA a 16 bit nel 1994. Come abbiamo appena visto poche righe sopra, Bleach: Dark Souls riprende diverse spezie da Bleach: The Blade of Fate, come la possibilità di combattere su due piani distinti; un'idea inaugurata da SNK con la serie Fatal Fury. La magia funziona perfettamente sullo schermo del DS e offre un campo d'azione molto più ampio rispetto agli scontri tradizionali. I più intelligenti cercheranno senza dubbio di giocare al gatto e al topo passando costantemente dal primo piano allo sfondo, ma alcuni attacchi si dimostrano sufficientemente dissuasivi da limitare efficacemente abusi di questo tipo. Lo Shunpô, un teletrasporto fatto in casa che ti consente di passare alle spalle del tuo avversario alla velocità del suono, può anche rappresentare una porta di emergenza di fronte a mostruose pressioni. Ma ancora una volta, un attacco speciale ben piazzato calma immediatamente l'ardore del fuggitivo. Come sempre, i più dotati potranno sfoderare combo devastanti, anche abusive in alcuni casi, anche con una protezione aerea in titanio. Dall'altro lato, il gioco è anche magnanimo poiché le sequenze di base escono con sconcertante facilità; che non richiede al principiante di trascorrere ore nell'aula di formazione. Un modo come un altro per stabilire una sorta di equilibrio tra papà e figli. I quadranti non richiedono nessun requisito particolare, davvero, cosa che tende anche a far dimenticare alle teste in aria che Bleach: Dark Souls ha sempre degli indicatori restrittivi.





     

    Sesso sulla candeggina

     

    Candeggina di prova: Dark SoulsA cominciare da quella della forza spirituale, composta da tre battute, che si svuota ogni volta che si esegue uno Shunpô o un "Attacco Speciale" chiamato AR. Come in qualsiasi gioco di combattimento classico, l'indicatore si rigenera mentre prendi o distribuisci colpi. Bleach: Dark Souls utilizza anche le "Spirit Cards" che hanno funzionato meravigliosamente nell'opera precedente, permettendoti di gonfiare occasionalmente le statistiche del tuo personaggio o ridurre quelle del tuo avversario. Aumentando istantaneamente la tua barra della forza spirituale, contrastando gli effetti di "Spirit Cards" molto specifiche, prevenendo i trattini o addirittura bandendo l'uso delle "Spirit Cards", questo è un esempio delle torture che possono essere inflitte o delle delizie che possiamo assaporare. Da qui l'interesse di portare a termine più missioni possibili nella modalità Scenario di Bleach: Dark Souls, che per l'occasione è stata rinnovata. Si tratterà ora di procedere attraverso una mappa su cui sono distribuite le varie missioni da compiere. Se i combattimenti saranno sempre al centro dei dibattiti, certi obiettivi da raggiungere sembreranno dei veri e propri minigiochi. Dovremo quindi proteggere un amico dagli attacchi nemici, eliminare un certo numero di nemici nel tempo assegnato, ingoiare un massimo di torta o addirittura rispondere correttamente alle domande. Questo permette di sottolineare che il contenuto di Bleach: Dark Souls è pensato per essere completo nonostante alcune modalità di gioco aneddotiche ("Survival", "Time Trial" ad esempio), ed è pieno di bonus che i fanatici della serie troveranno prendere tempo per recuperare al costo di diverse ore. Per quanto riguarda la realizzazione del titolo, difficile rimanere sorpresi perché in realtà non cambia rispetto a quello di Bleach: The Blade of Fate, anche se i più attenti noteranno qualche finezza in più. Ad ogni modo, il DS dimostra ancora una volta di trovarsi più a suo agio con il 2D che con il 3D, Bleach: Dark Souls convince sia nell'animazione che nei piccoli effetti che accompagnano a volte gli stivali segreti dei protagonisti. Si può sempre tornare alla rigidità di qualche attacco, ma è anche una scelta artistica che flirta facilmente con la retina. Non dimentichiamo infine di aggiungere che il multiplayer a 4 giocatori è ovviamente in ordine, ed è molto più efficace offline che online.






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