Test Solar Ash: immagina l'incontro tra Jet Set Radio e Shadow of the Colossus

    Test Solar Ash: immagina l'incontro tra Jet Set Radio e Shadow of the ColossusL'Ultravacuum è un buco nero divoratore di pianeti, in cui l'eroina del gioco non esita a tuffarsi fin dai primi secondi dell'avventura. Nei panni di "Void Runner", Rei cerca di salvare il suo pianeta natale attivando un dispositivo in grado di distruggere la terribile stella oscura dall'interno. Questo contesto ci dà l'opportunità di viaggiare attraverso uno strano universo, composto dai resti dei vari pianeti precedentemente inghiottiti dall'Ultravide. L'elemento più sorprendente è sicuramente il suolo, simile a una nuvola lattiginosa in cui Rei sprofonda a malapena e su cui può navigare. Questa sostanza color turchese gli permette anche di cadere da molto alto senza mai farsi male, il che è un bene perché il level design gioca molto sulla verticalità. Anche i cambiamenti di gravità sono nel menu, poiché i livelli sono più o meno sferici. È quindi possibile seguire la curva della nuvola di terra per finire capovolta rispetto al punto di partenza, senza nemmeno accorgersene. Questo giustifica il riferimento a Super Mario Galaxy, anche se gli ambienti raramente prendono la forma di semplici asteroidi.

    Test Solar Ash: immagina l'incontro tra Jet Set Radio e Shadow of the Colossus

    I set sono spesso divisi in diverse sezioni, che a volte possono essere raggiunte scorrendo su binari. La fluidità dei movimenti è una costante del gioco, che pone anche molta enfasi sull'esplorazione. Camminare, pattinare velocemente, saltare, fare doppio salto, boosting e grappling rispondono così alla chiamata, mentre la materia oscura scalabile è presente in alcuni luoghi. Il potere del "time-zapping" permette di rallentare l'azione per mirare più facilmente ai punti di attacco. Alcuni livelli offrono anche variazioni di gioco molto carine, come piante che generano binari o funghi colorati le cui spore ti permettono di aprire determinate porte. È disponibile anche una chiave di attacco, ma la maggior parte delle creature che incontri muoiono in tre o quattro colpi al massimo. Perfettamente volontaria, questa semplicità in termini di pura azione è lì per non rompere mai la fluidità dell'esplorazione. La sfida non è quindi da trovare con i mostri base, quanto piuttosto con i giganteschi boss chiamati Vestiges.

    Test Solar Ash: immagina l'incontro tra Jet Set Radio e Shadow of the Colossus





     

    BOSS COLORATI

    Test Solar Ash: immagina l'incontro tra Jet Set Radio e Shadow of the ColossusIl gioco ci propone di affrontare un totale di sette colossi, ciascuno da battere tre volte di seguito. Il primo è un serpente, il secondo sembra uno squalo, il terzo può essere paragonato a una razza tentacolare, il quarto è sia un occhio gigante che un insetto, il quinto è una specie di cavaliere e il sesto può essere più o meno chiamato un drago. Per quanto riguarda l'ultimo, preferiamo lasciarvi la sorpresa. In tutti i casi, il principio del "combattimento" è identico. Devi prima trovare un punto di attacco per arrampicarti sul dorso della creatura, quindi colpire le terminazioni nervose che compaiono una dopo l'altra sullo schermo, rappresentate da specie di spilli luminosi. Alcuni sono accessibili pattinando, altri saltando, altri ancora con rampino o addirittura rail, ed è consigliabile utilizzare il boost il prima possibile, perché hai solo pochi secondi per raggiungere e colpire ogni centro nevralgico. È qui che sta tutta la sfida del gioco, a patto di lasciare la modalità facile, ovviamente. Questo principio di esplorazione/combattimento a tempo limitato viene utilizzato anche per ripulire alcune specifiche aree dell'ambiente, queste azioni hanno proprio la conseguenza di svegliare un po' di più ogni boss.

    Test Solar Ash: immagina l'incontro tra Jet Set Radio e Shadow of the Colossus

    L'enfasi intenzionale sull'esplorazione e sul movimento piuttosto che sui colpi reali si adatta all'atmosfera generale, particolarmente onirica. Il più grande clou del gioco è senza dubbio la sua direzione artistica, che mescola architetture improbabili, creature gigantesche e colori accesi ma sempre eleganti. Il tutto è accompagnato da una colonna sonora deliziosamente planante, anche se un po' troppo discreta, e da dialoghi VOST ben scritti e ben doppiati. Molto avvincente, il gioco non è però esente da difetti oggettivi. La telecamera tende a volte a volteggiare un po' troppo, mentre capita che Rei non si appenda al primo tentativo a determinate rotaie, o che sia difficile valutare la distanza alla quale la pinza funzionerà (questa distanza sembra cambiare a seconda di se il punto di aggancio è su un boss o semplicemente posizionato negli sfondi). Fortunatamente, questi piccoli problemi rimangono occasionali e molto rari. Infine, il nostro più grande rimpianto riguarda la durata della vita. In effetti, bastano dalle sette alle otto ore per completare l'avventura, mentre ci sarebbe piaciuto poter rimanere molto più a lungo in questo fantastico mondo.



    Aggiungi un commento di Test Solar Ash: immagina l'incontro tra Jet Set Radio e Shadow of the Colossus
    Commento inviato con successo! Lo esamineremo nelle prossime ore.