Test oscuro: le conseguenze

Test oscuro: le conseguenzeAmbientato in una piccola città situata non lontano da dove si sono svolti gli eventi del primo episodio, Obscure: The Aftermath riutilizza i grandi fili orribili del suo predecessore. Presenta un gruppo di studenti, semplicemente desiderosi di andare a una festa orgiastica, dove alcuni compagni di classe si sono trasformati in mutanti a causa delle spore velenose di un fiore sconosciuto. Questo è. Se nel primo Obscure del nome l'aspetto nanar a tarda notte si è rivelato sopportabile, è in gran parte dovuto al cinico secondo grado cui facevano eco i personaggi, ma anche alla volontà dei creatori di giocare con chiarezza su questo aspetto, senza compromesso. Aiutando il gameplay orientato al multiplayer, il titolo ha permesso di trascorrere alcune piacevoli ore in balia di pochi flash, portando un sorriso nei tetri corridoi della Leafmore High School. Una distanza che Obscure: The Aftermath non ha affatto, lasciando scontrare un primo grado mal padroneggiato con dialoghi ridicoli e uno scenario già visto. Il risultato sono scene involontarie e surreali, come la varia mancanza di reazione di gruppi di studenti di fronte a creature malsane, o le loro piccole battute private insipide nel mezzo di un'esplosione. Da una possibile serie B accattivante, Obscure: The Aftermath diventa rapidamente un survival horror che non regge il proprio peso.



Chi ha spento la luce?

Test oscuro: le conseguenzePerdendo un'identità che aveva potuto perdere un certo classicismo nel primo opus, Obscure: The Aftermath rivela in pieno giorno un'evidente mancanza di innovazione, sia all'interno del suo genere che rispetto alla versione PS2. Se emergono delle buone idee, soprattutto nella fase in cui bisogna dirigere uno dei protagonisti attraverso una telecamera di sicurezza, il titolo di Hydravision si comporta molto spesso come una sorta di compilazione di meccanismi già esistenti. Tra enigmi senza vera sfida, un percorso basilare senza sorprese e gameplay in regressione, Obscure: The Aftermath riesce solo di rado a sviluppare tensione, persino immersione. La colpa è anche in parte dovuta alla mancanza di costruzione mostrata dagli altoparlanti, cortocircuitando alcuni colpi di scena visibilmente ritenuti importanti. Certo, è del tutto possibile essere sorpresi da semplici ingranaggi come una creatura che esce improvvisamente da un muro o dietro una porta, ma nulla nel processo genera stupore o eccitazione. Questo Obscure portatile è l'applicazione con i piedi per terra degli imperativi del genere, niente di più. Il che non porta a una brutta esperienza in sé, ma ad alcuni. Ancora una volta, fluttua solo la possibilità di portare alla luce il mostro con più persone, almeno in coppia tramite la connessione W-Lan della PSP. Un principio che consente di ravvivare un po' il titolo, rendendo ovviamente meno cupo il percorso, che ridà vigore alla nozione di intrattenimento scomparsa. È anche molto più sicuro fidarsi di un compagno di squadra "umano", poiché l'IA non è molto reattiva. Nonostante tutto, resta il problema dell'essere obbligati a tornare sui propri passi per cercare l'amico che abbia la capacità di risolvere questo o quell'enigma. Il gioco si basa su un sistema di abilità inerenti a ciascun personaggio. Un sistema laborioso che ti costringe a riempirti di inutili e dolorosi viaggi di andata e ritorno. Un altro preoccupato dal concetto di laborioso: la gestione della fotocamera. Quest'ultimo è molto spesso posizionato in posizioni che favoriscono gli angoli ciechi. Un desiderio di dare un aspetto cinematografico alla progressione come in molti survival-horror. La preoccupazione è che alcuni enigmi a volte siano quasi invisibili e che al minimo passaggio in modalità di mira, la telecamera vada nel panico e mascheri l'azione, soprattutto negli spazi angusti. Una trappola che non intacca proprio la sopravvivenza, essendo il gioco di facile accesso ma che irrita, per via dell'obbligo di macinare l'angolo di campo prima di avere una corretta visione d'insieme degli eventi. Il concetto di survival-horror diventa così un po' artificioso, principalmente per la mancanza di precisione generale del gameplay rispetto a un vero e proprio lavoro sui meccanismi e sull'atmosfera. Obscure: The Aftermath può quindi essere visto come un blando gioco di popcorn, seguito senza passione durante un grande pomeriggio. E non è un complimento.





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