Prova la Torre di Pandora

Prova la Torre di PandoraCome tanti altri titoli, film, romanzi precedenti, Pandora's Tower riutilizza le basi della drammatica vicenda che non smette mai di voler separare due cuori diversi, un soldato di un impero rivale e una giovane ragazza di un paese in guerra. , un soldato e un civile, un uomo orgoglioso e picchiante, una donna indebolita da una maledizione. Una coppia maledetta dall'inizio che trova un legame solo nella ricerca di Aeron per impedire alla sua fragile Elena di trasformarsi in un mostro brulicante con orribili tentacoli. E invece di offrirgli direttamente il suo cuore, dovrà strappare quelli di creature che infestano 12 torri, per fargliele mangiare ancora palpitanti. Un rapporto soggetto al destino e quindi agli dei che rimanda a certe leggende greche o scandinave tanto nei temi quanto nella scelta del trattamento. Con i suoi mostri mitologici confrontati su uno sfondo di grandi temi musicali classici, la Torre di Pandora assomiglia spesso a una versione 2.0 dei Nibelunghi. Un'atmosfera di sanguinoso romanticismo che attanaglia nella sua crudeltà basata sulla ripetizione di scene sgradevoli in cui Elena ingoia grandi brandelli di carne. Un lato ipnotico derivante dall'obbligo di riportare molto spesso la carne cruda ad Elena, la cui malattia le degradava regolarmente il corpo. Se i primi dungeon possono essere completati in una volta sola, la maggior parte di essi richiede di tornare almeno una volta all'Osservatorio, il malinconico hub in cui risiede il bellissimo effimero. L'obiettivo è curarlo parzialmente, in modo da avere abbastanza tempo per spezzare le catene che trattengono le porte dei boss di ogni area. Un ritmo imposto che aggiunge una pressione interessante e un sistematismo che ricorda fortemente Shadow of The Colossus, ben visibile fonte di ispirazione della Torre di Pandora. Que ce soit dans la relation à la jeune fille, la structure même du jeu, le recours régulier à la mise en avant de la solitude qui accable le couple, ou bien sûr le travail sur l'émotion, le titre de Ganbarion se révèle étonnamment giusto. Una ricerca di un feeling encomiabile, che ha lasciato spazio a un certo vuoto in termini di finitura e game design.





Giro dopo giro...

 

Prova la Torre di PandoraCome in uno Zelda immerso in un bagno oscuro, ogni dungeon nella Torre di Pandora è una sfida che richiede un uso intelligente degli elementi in atto. Tanto più intelligente quindi che il level-design è generalmente piuttosto furbo, oscillando tuttavia tra le grandi ripetizioni e le fasi originali, comportando una scoperta delle potenzialità nascoste della vera eroina del gioco, la catena. Presente fin dall'inizio dell'avventura, quest'ultima non si evolve mai, ma la progressione del gioco costringe il giocatore a vederne lentamente i sottili talenti. Con piccoli tocchi, il gameplay viene affinato, utilizzando in modo diverso movimenti ma già presenti. Uno sviluppo chiavi in ​​mano meno goffo che con l'elfo in berretto verde e soprattutto che dà al giocatore la sensazione di migliorare e non semplicemente di avere aggiunte più o meno ingannevoli. Picchia un avversario, lancialo contro un altro, incatena letteralmente due nemici per infliggergli danni condivisi, le possibilità sono tante e varie, a volte adocchiando la ferocia di un certo Kratos. Soprattutto quando si strappano i cuori. Ma a differenza del calvo olimpionico, la Torre di Pandora non è stata in grado di negoziare la svolta dell'accessibilità. Handicappato da una telecamera che si diverte a nascondere i mostri e talvolta a impedire che un elemento importante dell'ambiente venga chiaramente distinto, il gioco soffre allo stesso tempo di dolorose imprecisioni, sia sul wiimote che sul controller classico. Il mirino fatica a catturare le aree interattive, e talvolta bisogna provare più volte ad afferrare un avversario nella posizione desiderata, il che provoca un vero e proprio singhiozzo nel ritmo dei combattimenti. L'emozione c'è, le ingegnose boss fight su Verdi, l'esplorazione anche su Smetana, ma la Torre di Pandora è fin troppo goffa giocosamente per sostenere il peso di un set che ha un gran coraggio, ma non ci riesce mai, ed è un paradosso , per tirarti fuori le budella.



 

VIDEO RECENSIONE DELLA TORRE DI PANDORA



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